Conosciuto per la famosissima canzone Napoletana : "Funiculì Funiculà" lo scultore Polistenese Giuseppe RENDA, dopo aver realizzato a Castellammare di Stabia il Monumento ai Caduti Stabiesi, realizza un busto marmoreo dedicato a LUIGI DENZA
Circa 15 giorni dopo la scomparsa del musicista Lenzi, in Consiglio Comunale fu approvata una delibera che gli intitolava una strada, la ex Strada del Littorio, mentre il 28 maggio il Consiglio approvò per una spesa di Lire 5.000 la costruzione di un “busto marmoreo”. Il 26 ottobre del 1924 fu posto ed inaugurato in Villa Comunale, nel cosiddetto viale delle celebrità il busto in suo onore opera dello scultore Giuseppe Renda, lo stesso scultore del Monumento ai caduti.
Luigi Denza nacque a Castellammare di Stabia il 23 febbraio 1846 figlio di don Giuseppe 1) e di Giuseppina Savoca (palermitana di origine) nell'albergo Inglese, in Via Mazzini al civico 32 gestito dai genitori (in seguito il padre rilevò il Grand Hotel Quisisana). La sua fantasia musicale, ispirata, naturale ed elegante lo pone tra i compositori che hanno lasciato un’impronta nella pur ricca e lunga storia della musica italiana e della canzone napoletana cui seppe imprimere vitalità e valore d’arte destinati a perdurare nel tempo.
Luigi, appena sedicenne, entrò come allievo interno nel conservatorio “S. Pietro a Majella” di Napoli. Per sei anni ebbe per maestri Paolo Serrao e Francesco Saverio Mercadante per composizione, Valente e Russo per pianoforte, e Scafati e Guerci per canto. Mercadante, intuite le sue non comuni qualità musicali, lo incoraggiò nei primi passi della carriera. Nel contempo studiò canto acquisendo un’esperienza utilissima per la sua futura carriera di insegnante. Esordì presto come autore di musica vocale da camera: dopo una breve parentesi rivolta ad opere di più ampio respiro, questa diverrà la sua attività preferita procurandogli una fama mondiale. Il 13 maggio 1876 fece rappresentare al Mercadante di Napoli l’opera seria in quattro atti Wallenstein su libretto di A. Bruner da Schiller,
Contemporaneamente, affrontò la carriera di cantante e diede numerosi concerti a Napoli, Nizza, Parigi e Londra. Nel 1869 l’immediato successo ottenuto con le canzoni T'allicuorde e Giulia lo mise in grado di “concorrere” con il più famoso Tosti, di cui divenne amico sincero. La popolarità fu consacrata con le romanze “Occhi di fata” e “Se” , ambedue composte prima del 1880. Anno che segnerà una svolta per Denza che legò il suo nome ad una delle più celebri canzoni napoletane di tutti i tempi, Funiculì funiculà.
Canzone nata quasi per caso dalla collaborazione con Giuseppe Turco che all'epoca alloggiava al Grand Hotel Quisisana.
La celebre melodia fu cantata per la prima volta proprio nei saloni dell’Albergo. Nacque per promuovere la funicolare, in pratica una sorta “spot pubblicitario”. Siamo nel 1880, il Vesuvio era un’attrazione per i turisti di tutti il mondo. Quell'anno fu ultimata la funicolare che consentiva l’accesso fino alla bocca del cratere.
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