Vincenzo Morani (Polistena 1809 – Roma 1870 ) CROCIFISSIONE, 1847 olio su tela, cm 69,5 x 52.
Firmato e datato in basso verso destra:
Vincenzo Morani Figlio di Fortunato, appartenente ad una famiglia di decoratori e scultori Polistenesi, attiva in Calabria nel XVIII secolo, iniziò la sua formazione accanto al padre, partecipando all’attività della sua famiglia. Successivamente proseguì la sua formazione a Napoli, dall'inizio circa degli anni Venti, presso il Real Istituto di Belle Arti, ed esordì con l’opera Veduta di un tempio presso l’esposizione della Biennale borbonica nel 1830. Ricevette poi la sua prima commissione dai monaci benedettini che gli affidarono l’affresco del refettorio dell’abbazia della SS. Trinità di Cava dei Tirreni; in questa occasione conobbe Walter Scott, che si era recato nell'abbazia nel 1832, e lo ritrasse impegnato a leggere i codici longobardi custoditi presso il luogo sacro. Successivamente si trasferì a Roma e qui ottenne importanti committenze, entrato ormai a far parte del panorama artistico della città. Dopo aver dipinto L’incoronazione di Ester nel 1840, custodita oggi presso la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, ricevette gli incarichi forse più importanti di questo 1999, n. 34, p. 157), la seconda sempre in collezione privata dal formato orizzontale con quattro donne piangenti ai piedi della Croce (cfr. op. cit., p. 156), e la terza dal formato verticale di ubicazione sconosciuta (cfr. op. cit., p. 63; S. Asciamprener, Gaetano Previati. Lettere al fratello, Milano 1946, tav. VII; T. Fiori, Archivi del Divisionismo, Roma 1968, n. III.89, tav. 508). Dell’opera è anche noto un disegno preparatorio, carboncino nero su cartone, mm 550x347 (cfr. Gaetano Previati 1852-1920. Un protagonista del simbolismo europeo, catalogo della mostra, Milano, Palazzo Reale, 8 aprile – 29 agosto 1999, n. 65a, p. 233), in cui l’analogia con l’opera presentata è ancor più evidente.periodo, da parte del duca Marino Torlonia – che gli affidò la decorazione della cappella del palazzo di famiglia in piazza Venezia – e del fratello di costui, il conte Alessandro, che gli commissionò il dipinto Apollo che riceve doni e omaggi dalle muse. In tali occasioni Morani venne in contatto con le personalità di spicco dell’epoca, che avevano partecipato alle decorazioni dell’illustre residenza nobiliare, tra cui Francesco Coghetti e Francesco Podesti. L’importanza di questi lavori fruttò al pittore una grande notorietà: nel 1846 il re delle Due Sicilie Francesco II volle per sé una Sacra famiglia, oggi custodita presso il Museo di Capodimonte a Napoli, mentre nel 1847 dipinse una Crocefissione per la chiesa del cimitero Nuovo di Poggio Reale, su incarico di Ferdinando II, opera che riscosse un grande apprezzamento di pubblico e critica, tanto che venne considerata come il dipinto più rappresentativo del pittore, fattispecie che probabilmente indusse Morani ad affrontare le tematiche sacre in diverse occasioni, come nell'opera qui presentata, in cui spicca la qualità esecutiva e l'armonia nell'uso del colore.
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