Nell'ambito dell'arte sacra si ricordano opere come Mater dolorosa (1920) per la Tomba Cocchia (Napoli, cimitero di Poggioreale)Tra i primi monumenti che si incontrano salendo, nell'intrico delle stradine che affiancano il vialone principale, c’è il monumento Cocchia del 1920 dominato dalla splendida pietà dello scultore Francesco Jerace, quasi un non finito di notevole potenza espressiva.
Dirigendosi verso il conventino gotico, sulla destra, l'improvvisa apparizione della Mater dolorosa del Monumento Cocchia, scolpita da Francesco Jerace, ferma i passi dell'osservatore con la sua straordinaria carica drammatica. E' una sorta di moderna Pietà questo gruppo marmoreo segnato dallo scorrere implacabile degli anni, dalle intemperie che ne hanno duramente minacciato la superficie rendendola scabra e porosa, e ormai quasi nascosto dalle fronde delle palme che lo circondano soffocandolo e quasi impedendone la vista; è una madre che piange affranta il figlio morto in giovane età, appoggiando teneramente la sua testa su quella inerme del ragazzo, quasi volesse ridargli la vita, intrecciando le mani vigorose con quelle del defunto in un ultimo addio, accogliendo - proprio come aveva fatto un tempo - il corpo del figlio nel suo ampio grembo. Giunti al conventino gotico, dirigendosi a sinistra, si arriva infine al vero fulcro del cimitero, il Quadrato degli Uomini Illustri, un'area voluta dal Comune di Napoli per ricordare i suoi figli più famosi.
0 commenti:
Posta un commento