Gaspare Finali Fu deputato, senatore, ministro, presidente della Corte dei Conti.
A Cesena il quartiere di Case Finali deve il nome al fatto che Gaspare Finali avesse diverse proprietà immobiliari disseminate sul suo territorio.La sua predilezione per la cultura classica, manifestata sin dalla prima giovinezza con numerosi scritti rimasti inediti, fu poi favorita dalla sua amicizia con Giovanni Pascoli.
L’amicizia con il poeta fu occasionata dalla lettura delle Myriciae, la lettura impressionò il Finali che ne scrisse nel 1892 al Pascoli ricordandogli la comune origine romagnola e la circostanza che sua madre era imparentata con la famiglia Pascoli e che egli stesso aveva conosciuto il padre del poeta, Ruggero, vittima di un misterioso omicidio. Il Pascoli lo invitò a casa sua e da allora il Finali gli fu costantemente vicino, favorendo la nomina del poeta a professore ordinario nell'Università e aiutandolo per tutta la vita; dal poeta ricevette suggerimenti e indicazioni per la traduzione delle commedie di Plauto e sollecitazioni e consigli per i suoi studi letterari.
I rapporti fra il Finali e il Pascoli sono documentati nelle lettere che i due si scambiarono, le lettere del Pascoli sono purtroppo andate distrutte in un incendio, mentre quelle del Finali, conservate presso la casa museo del poeta, sono state pubblicate recentemente.
L’opera maggiore del Finali restano le Memorie, scritte dal 1902 al 1912, che sono una fonte importantissima per la storia del Risorgimento e soprattutto per la storia politica e amministrativa dei primi cinquanta anni dello Stato nazionale. Il manoscritto, custodito dopo la morte dell’autore, dal figliastro, ingegnere Ezio Agnolozzi, è stato pubblicato nel 1955, a cura del Comune di Cesena.
In riconoscimento degli altissimi meriti, il re gli concesse nel 1904 il collare dell’Ordine supremo della SS. Annunziata, che lo elevò alla dignità di “cugino” del re e lo inserì nella prima categoria delle precedenze a Corte.
Gaspare Finali morì l’8 novembre 1914 a Marradi (Firenze) nella villa del figliastro, ingegnere Ezio Agnolozzi.
In varie legislature venne eletto deputato per il colleggio di Cesena, poi senatore e ministro dell'Agricoltura e Commercio, dei lavori Pubblici e del Tesoro rispettivamente nei Governi Minghetti, Crispi e Saracco. Dal 1893 al 1907 fu presidente la commissione d'inchiesta sulle gravi irregolarità nella gestione della Banca Romana e del Banco di Napoli, di fatto ponendo le premesse per la nascita della Banca d'Italia. Un'altra passione fu la cultura : letteratura, storia e arte.
Il Comune gli ha intitolato uno dei viali principali della città, quello che unisce la Barriera Cavour a Porta Trova, il suo sguardo fiero e serio, al limite del corrucciato (folte sopracciglia, prominente pizzetto,grandi baffi), osserva oggi i passanti da un busto in marmo (1909) dello scultore Polistenese Francesco Jerace
alla base del monumento si legge: "dono della famiglia Allocatelli Travaglini alla città di Cesena ottobre 2006"
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