mercoledì 5 aprile 2017

Volto di G.B. Vico Opera di Francesco Jerace

Nel 1914 nello studio-bottega di Jerace sono realizzate due opere importanti: la Carlotta d’Asburgo e lo straordinario volto di Giambattista Vico. 


Volto il terracotta del filosofo Giovanbattista Vico Opera di Francesco Jerace

A differenza degli altri monumenti dedicati al filosofo napoletano, in linea con l’iconografia più tradizionale che prevedeva l’immagine del filosofo a figura intera con il libro in mano, la celebre Scienza Nuova, giunta alla terza edizione l’anno della sua morte (1744), Jerace decise di rappresentarlo nella sola effigie della testa, studiata in ogni più piccolo dettaglio, in ogni più invisibile ruga. La terracotta di Giambattista Vico si impone agli occhi della critica come un pezzo di verità grandissima.
Giovan Battista VICO, non raggiunse i tre funerali come Totò ma comunque ne ebbe due, il primo il 23 gennaio del 1744. La bara del filosofo fu calata dalla finestra perchè non passava per le scale, arrivò nel cortile della sua abitazione ai gradoni Santi Apostoli a San Giovanni a Carbonara . Lì doveva essere sollevata dai suoi amici e colleghi che si divisero in due fazioni. Una era formata dai docenti dell'Università, l'altra dai confratelli della Congregazione di Santa Sofia. Gli uni non volevano gli altri, il conflitto non si risolse e così prima i professori e poi i confratelli andarono via e la salma di Vico restò sola abbandonata. Quella bara nel deserto fu per un momento la rappresentazione tragica della solitudine di Vico anche da morto. Poi fu riportata in casa come non succede mai: il morto che torna a casa sua "o' tavuto rincasato, che impressione Corsi e ricorsi sussurrò il figlio Gennaro pensando con lucubre sarcasmo alla teoria paterna" .Il giorno dopo il corpo di Vico partì per la Chiesa dei Girolamini portato dai volontari chiamati da Gennaro. Fu seppellito senza nessuna iscrizione sulla lapide. Il primo necrologio pubblico uscì un anno dopo.
Eppure era morto il più grande dei Napoletani se non il più grande pensatore di quel tempo.
Vico, fondatore moderno del pensiero metafisico e mediterraneo che vede la storia e i suoi tornanti in un cammino a spirale  che si nutre di storia e fantasia. L'essere umano Vichiano è abitato da una infanzia perenne . Fonte di stupore e energia che volge l'ignoranza in conoscenza e il conoscere in agire
dalla vecchiaia solenne dei mollenni andai che col passar del tempo ringiovanisce il mondo anzichè invecchiarlo.Dalla fantasia creatice che ci fa volare oltre il vero e il fatto, tramite la poesia , infine dal lume dall'eterno che governa il mondo tramite la Provvidenza che accende in noi il ben dell'intelletto.

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