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martedì 28 novembre 2023

I Genitori degli Artisti JERACE nel Cimitero Comunale di Polistena

"Patisco di amor proprio, soffro di sentimentalità per il glorioso nostro passato, mi cruccio nell'abbandono in cui siamo caduti e tenuti..... e specialmente cerco di far apparire nobile grande e bella la nostra Calabria anche quando è giustamente accusata".
Queste struggenti parole scritte nel 1909 costituiscono il più bel messaggio d'amore rivolto alla sua terra da Francesco Jerace, l'unico scultore Calabrese ad essere entrato a pieno titolo nella storia dell'Arte Italiana.


Nel Viale principale del Cimitero Comunale, vicino alle altre tombe di alcuni Artisti Polistenesi Come Parlato e i Morani, troviamo un rilievo in marmo, realizzato da Francesco JERACE  dedicato ai genitori.

Lapide scolpita a bassorilievo in marmo bianco raffigurante una figura femminile ed una maschile a mezzo busto, in preghiera di fronte al Crocifisso

Opera eseguita nel 1929 dallo scultore Francesco Jerace per il monumento funerario dei genitori. Francesco Jerace, nato a Polistena nel 1854 e morto a Napoli nel 1937, fu un insigne scultore della prima metà del XX secolo, attivo principalmente a Roma ed a Napoli nella produzione di monumenti funerari e ritratti


Le vetrate policrome di Giuseppe Niglia presso il Duomo di Gioia Tauro

Presso il Duomo S. Ippolito Martire di Gioia Tauro
Al centro un rosone vi sono poste le dodici vetrate policrome realizzate dall'artista Polistenese  Giuseppe Niglia.
L'interno si presenta trinavate e con tre absidi. Nella navata centrale, che ha un soffitto a capriate, si trova la statua di Sant'Ippolito Martire (Patrono della Città), in legno, risalente al XVI secolo e le reliquie di San Pacifico. La chiesa, inoltre, custodisce un crocifisso ligneo, un quadro raffigurante la Vergine del Rosario e la statua di Sant'Andrea. Di pregio le tele della Madonna del Carmine e del martirio di Sant'Ippolito, quest'ultima opera di un anonimo pittore del XIX secolo.
1990 (restauro intero bene)


Voluti da mons. Laruffa, i lavori hanno riguardato l'apertura di quattro monofore nell'abside centrale, la sostituzione dei vetri delle finestre con vetrate artistiche disegnate da G. Niglia, la sistemazione del fonte battesimale, delimitato da cancelletti, prima utilizzati come elementi di separazione tra navate e transetto, e la tinteggiatura interna ed esterna, volta a mettere in risalto gli elementi architettonici.
Nel 1983 c’è stata la sostituzione dei vetri alle finestre delle navate laterali con artistiche vetrate, ideate da Mons. Laruffa e realizzate dal Prof. Giuseppe Niglia, sul tema “Verso la libertà”. Sono vetri cotti a gran fuoco e saldati a piombo, vetri pregiati, soffiati e d’altissima qualità. E’ una festa di colori, usati con grande sensibilità artistica, in cui vivono immagini oniriche che rappresentano la vitalità dell’uomo e la ricerca affannosa della libertà. Lo scultore Giuseppe Niglia, calabrese di Polistena, si è prestato a realizzare le vetrate su idea e ordinazione di Mons. Francesco Laruffa, arciprete del Duomo dal 1963, con grande impegno, professionalità ed intuito trascendente anche perché i soggetti così interpretati rispondono ai valori interiori della sua parte poetica. Nelle vetrate c’è una festa di luci, c’è il trionfo della luce sull’ombra, del bene sul male, della libertà sulla schiavitù, c’è la vittoria dell’uomo, la vittoria di Dio. C’è una storia che si apre con un urlo di disperazione e di angoscia ancestrale e si chiude con una danza di amore. Dio risponde al grido dell’uomo, al grido della terra colata di rosso fiamme sulle teste e sulle mani. Dio risponde all’uomo con il calore del fuoco. L’uomo vive il suo Esodo, è in marcia sulla strada della libertà. Le forme con cui è stata descritta l’immagine dell’uomo sono essenziali.


QUADRO PRIMO: “Un grido sale dalla terra: libertà”. Invocazione angosciata e disperata.



QUADRO SECONDO: “Dio ascolta il grido dell’uomo”. Mentre Mosé pascola le pecore sulle pendici del monte, Dio gli appare in una fiamma che arde in mezzo al roveto (Es 3, 1-10).


QUADRO TERZO: “L’uomo vive il suo Esodo”. Si mette in cammino con fatica e speranza verso la liberazione.


QUADRO QUARTO: “Rottura, autosufficienza, ritorno alla schiavitù”. L’uomo abusa della libertà, si sente libero da tutto, anche da Dio.

QUADRO QUINTO: “Dio libera ancora”. Ha mandato il Suo Spirito su di me per annunciare la liberazione dei prigionieri.




QUADRO SESTO: “La montagna di Cristo”. Le beatitudini. Cristo campeggia con il Suo rigore morale, con la fermezza delle Sue idee, con la Sua autorevolezza.

QUADRO SETTIMO: “Risposta dell’uomo a Cristo”. La fede che illumina, la fede chiara. L’uomo rientra in sé stesso. Paesaggio in cui esplode la luce dell’uomo che vive nella sua casa; casa come libertà, come conquista, autorevolezza, creatività, riposo, santuario di affetti.

QUADRO OTTAVO: “Resurrezione di Cristo e dell’uomo”. Vittoria sulla morte.

QUADRO NONO: “La riconciliazione con Dio e con i fratelli”.

QUADRO DECIMO: “L’uomo si confessa”. Storia di redenzione. L’uomo si apre a Dio altrimenti ci sarebbe isolamento, solitudine e travaglio.

QUADRO UNDICESIMO: “L’uomo fratello”. Il coraggio di chiamarsi fratelli. Il volto di Cristo nel volto del fratello.

QUADRO DODICESIMO: “Solidarietà con Cristo sofferente”. In Lui siamo introdotti nel mistero della solidarietà con i fratelli sofferenti.




Busto di Corica al Cimitero di Polistena - Opera G. Niglia

 Troviamo nel Cimitero Comunale di Polistena un busto in bronzo raffigurante il gentiluomo CORICA , nella cappella di famiglia,


il busto è stato realizzato nel 19__ e si trova nel viale principale del Cimitero, accanto ad altri busti in bronzo degli artisti Polistenesi.

martedì 21 novembre 2023

La Resurrezione di Lazzaro - MARCA Catanzaro - Opera F. Jerace

 Jerace Francesco (1853/ 1937)

1853/ 1937

Modello in gesso della decorazione scultorea della tomba marmorea Meuricoffre a Napoli; il frammento raffigura Cristo, dopo le suppliche di Marta e Maria, ordina di togliere la pietra della tomba di Lazzaro. L 'opera è strutturata come un fregio.


Nel 1885 Francesco Jerace è incaricato di eseguire il monumento sepolcrale di Oscar Meuricoffre, banchiere e uomo d’affari napoletano di origini elvetiche . La tomba di O. Meuricoffre fu realizzata per il cimitero acattolico di Santa Maria della Fede- detto cimitero degli inglesi- ed è tra i momenti funerari più belli del luogo. I Meuricoffre, facoltosi banchieri e mercanti, erano noti per le loro attività filantropiche per la città di Napoli. L’opera è una parte del modello in gesso della decorazione del fregio, che, unitamente ad altre 33 opere provenienti dalla casa studio dello scultore, sono state donate dagli eredi alla Gipsoteca al Museo Provinciale di Catanzaro


lunedì 20 novembre 2023

Cristo portacroce a Taurianova - Opera di Francesco Jerace

 Un rilievo in marmo rappresentante il Cristo che porta la croce lo troviamo a Taurianova (RC) opera dello scultore Polistenese Francesco Jerace.

Si tratta di un Monumento funerario ubicato nel viale principale entrando a sinistra dove troviamo la tomba dell'Avv. Domenico CIANI deceduto nel terremoto del 1908 e il fratello ha commissionato a Francesco Jerace la realizzazione di questa Edicola Funeraria.








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