mercoledì 5 aprile 2017

Monumento al Musicista Domenico Cimarosa ad Aversa (NA) Opera di F. Jerace

al musicista Domenico Cimarosa Nei giardini antistanti la stazione ferroviaria di Aversa, in Piazza Mazzini, è collocata l’opera scultorea dedicata al musicista e compositore aversano Domenico Cimarosa dal celebre artista calabrese, Francesco Jerace
Aversa Piazza Mazzini Monumento a Domenico Cimarosa - Opera F. Jerace 
Il monumento a Domenico Cimarosa, così come il monumento a Donizetti e il marmoreo simulacro di Beethoven, fecero a lungo pensare ad una particolare inclinazione dello scultore per il tema della musica.
Realizzata nell’anno 1929, e ufficialmente consegnata alla città di Aversa il 16 giugno dello stesso anno, l’opera ritrae il musicista in un’architettura ben definita, immaginosamente nuova: la base è costituita da tre piani di pietra e da una balaustra, accessibile mediante quattro gradini. Il musicista ritratto in posizione stante, appoggiato al sostegno marmoreo, colto nel bel mezzo di un’ispirazione artistica, guarda lontano con espressione profonda.
Il panneggio, con elaborate pieghe, rimanda ai tratti tipici della scultura settecentesca, ma l’ambientazione e il nuovo schema compositivo che inserisce il musicista all'interno del paesaggio che fa da cornice, sono evidenti segnali delle innovazioni scultoree ottocentesche. Quanti, artisti, storici, giornalisti, rivolsero i loro strali all’ingrata patria del Maestro, abbiano pace. Il 16 giugno, il velo è caduto davanti all’immagine del musicista, quale Francesco Jerace l’ha veduta, con vera anima d’artista.
Non si tratta d’uno dei soliti personaggi, grandi o no, ritti su di una piazza, che furon così o diversi, è lo stesso, e chi guarda, guarda e passa.
Il Maestro è colto nel suo carattere essenziale, nell’attimo primo della creazione, e così senza difficili simbolismi: si vede.
Egli s’appoggia a un verone, e il suo Genio l’ispira: il volto appare trasfigurato dall'estro con un’evidenza che tocca i limiti delle possibilità plastiche.
C’è, nella figura nell'abbigliamento nella posa, le molte eleganze settecentesche.
Ma intorno, c’è la natura, la natura serena e gioconda, schietta e luminosa: par che lì, dal verone sospeso sul giardino, il Maestro n’oda i sussurri i fremiti i sospiri gli aliti: tutte le mille voci indistinte, che diverranno in lui le melodie semplici e schiette, volubili e gaie, limpide e innocenti, senza vene d’amaro, senza incrinature di sarcasmo.
A glorificare un’arte, e l’arte del Cimarosa, occorreva vera arte: a questo è stata pari l’opera dello Jerace

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