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venerdì 3 ottobre 2025

Giulio Sabino scoperto dai Pretoriani - Vincenzo MORANI

Incisione di Carlo Biondi da un disegno di Vincenzo MORANI, tratto dal dipinto di Camillo Guerra (1835).

 


Questa incisione raffigura uno dei momenti più drammatici della storia romana: la cattura di Giulio Sabino, discendente di Giulio Cesare, che si era ribellato all'Imperatore Vesapasiano dopo la morte di Nerone . Sconfitto, Sabino trovò rifugio in un nascondiglio segreto insieme alla moglie Epponina, che per anni condivise con lui una vita di clandestinità, fino al giorno della scoperta.

Nell'opera i Pretoriani irrompono con decisione, armati e in assetto militare , per arrestare il ribelle. Al centro della scena, Sabino tenta un gesto di resistenza o di difesa, ma appare già destinato alla sconfitta.

Accanto a lui la moglie Eppomina lo stringe in un abbraccio disperato trasformando l'episodio politico in un dramma umano, fatto di amore, fedeltà e tragedia.

Il doggetto ebbe grande fortuna nell'arte dell'Ottocento perchè univa la solennità della storia antica al pathos romantico: la resistenza al potere tirannico e l'eroismo femminile erano temi che il pubblico sentiva vicini.

Il dipinto originale fu realizzato dal pittore napoletano Camillo Guerra, allievo di Giuseppe Cammarano.

Vincenzo MORANI ne trasse un disegno a Caserta, attento ai dettagli e alla resa drammatica.

Infine, nel 1835, l'incisore Carlo Biondi tradusse l'immagine in stampa a Napoli, rendendola accessibile a un pubblico più vasto.

Quest'opera dunque non è soltanto una testimonianza artistica, ma anche un esempio di come la memoria della Roma antica fosse reinterpretata nell'Ottocento per trasmettere valori di lealtà, sacrificio e resistenza.

@ Carmelo PULEIO 


martedì 23 settembre 2025

Gli Angeli di Vincenzo Jerace nella Chiesa di San Nicola ad spazi sacri e civili in diverse località.

Ad Anoia, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria , la Chiesa di San Nicolas custodisce un prezioso dettaglio artistico che merita di essere conosciuto: sull'altare maggiore si trovano infatti due eleganti angeli, opere dello scultore Polistenese Vincenzo Luisa Jerace (1862 - 1947).

 


Jerace, nato a Polistena e formatosi come scultore tra la Calabria e Napoli, è noto per i suoi lavori dal gusto raffinato e dalla forte espressività, che hanno abbellito spazi sacri e civili in diverse località. Le due figure angeliche di Anoia, collocate ai lati dell'altare, rappresentano un raro esempio di arte devozionale calabrese  del primo Novecento, dove l'abilità tecnica si unisce alla profondità simbolica.

 

Questa presenza arricchisce ulteriormente il patrimonio artistico della Chiesa di San Nicola, punto di riferimento religioso e identitario per la comunità anoiese, e offre ai visitatori la possibilità di scoprire un tassello poco noto ma signoficativo della storia dell'arte calabrese.

@ Carmelo PULEIO 

giovedì 11 settembre 2025

Tesori d'Arte a Polistena: il busto di Cardarelli firmato Michelangelo PARLATO

Tra le tante opere custodite nella collezione  "Giovanni Russo - Polistena" una spicca per il valore artistico e simbolico: il  busto bronzeo raffigurante Antonio Cardarelli,il celebre medico, patologo e senatore Regno d'Italia.

Nonostante le sue dimensioni contenute,  il bronzo rappresenta un autentico tesoro, capace di intrecciare storia locale e memoria nazionale.



Chi era Antonio Cardarelli

Nato a Civitanova del Sannio nel 1831, Antonio Cardarelli è considerato uno dei padri della medicina moderna italiana.

Patologo e clinico di fama, si distinse per il rigore scientifico e per l'attenzione rivolta ai pazienti. La sua carriera lo portò a ricoprire cattedre universitarie prestigiose, oltre che a entrare in Senato. A Napoli, dove trascorse gran parte della sua vita, divenne un punto di riferimento per generazioni di medici e per l'intera comunità.Non a caso, oggi il suo nome è legato a uno dei più importanti ospedali del Sud Italia.

Michelangelo Parlato, lo scultore di Polistena

Il busto bronzeo porta la firma dello scultore Polistenese Michelangelo Parlato , artista che ha lasciato tracce importanti a Napoli, dove realizzò il monumento dedicato allo stesso Cardarelli, oggi custodito nell'ospedale che porta il nome del luminare.

Un tassello prezioso, dunque, che unisce la storia locale di Polistena alle memorie di una delle figure più illustri della medicina Italiana.

Parlato appartiene a quella schiera di Artisti che, pur partendo da realtà locali, riuscirono a lasciare un segno nella grande tradizione scultorea Italiana tra l'Ottocento e Novecento.


@ Carmelo PULEIO

mercoledì 16 aprile 2025

Italo Fusco - Pittore Polistenese

 Italo Fusco è un pittore originario di (Polistena, 01/01/1928 – Imperia 04/11/2013 ) ma ha vissuto a Imperia. È un artista riconosciuto e presente nel catalogo Bolaffi e Artecon, il che testimonia la sua rilevanza nel panorama artistico. Le sue opere si distinguono per uno stile unico e una forte espressione creativa, che riflettono le sue esperienze e influenze.

artista noto per il suo contributo al panorama artistico italiano.


Ha partecipato a rassegne Nazionali e Internazionali, ottenendo premi e riconoscimenti tra cui 1° Premio e medaglia d'oro all'estemporanea di Taggia (IM) nel 1975; 1° Premio Riviera dei Fiori ; coppa al premio BECUFIN di Sanremo nel 1976 ; coppa nelle edizioni 1977/78 della estemporanea di Carpasio 1978.

Italo FUSCO è stato un poeta innamorato della natura e di ciò che l'uomo ha lasciato incontaminato in essa.

Ha saputo tradurre il sentimento del poeta con la visione paesaggistica della sua amata Polistena (RC) e successivamente anche della Liguria dove ha vissuto nella città di Imperia.

I suoi lavori evidenziano una cromia tipica di chi come lui, ha l'ascendenza ed il sangue meridionale.

Una cromia si badi bene non frutto di una tavolozza di colori caldi ed accesi, bensì …..di toni timbrici derivati dall'interazione di cromie contrastanti e luminose, ma composte di colori freddi.


Legato alla sua terra nativa ha raccontato ha raccontato la realtà poetica nella accesa, aspra geografia rupestre e verde di una Calabria, cioè conservata e ritrovata gelosamente nel fondo della memoria, ITALO FUSCO è stato Artista sensibile alla visione del mondo che gli è stato intorno traducendolo in raffigurazioni sentite fatte di luce e di calore.

Dai suoi appunti e dalla osservazione attenta della terra Calabra e Ligure, che lo ha ospitato sono nati momenti lirici, quali, ad esempio, l'intimo vetusto silenzio dei “Carruggi”, esaltati dalla sottile tensione compositiva e dal tepore atmosferico, reso cromaticamente. Sono colori, i suoi, tenuti ora in toni bassi, ora più caldi e suggestivi, quando vibrano di luce intensa.

Con studio affettuoso e sapiente ha amato porre l'accento sui fiori di cui è riuscito a carnire il palpito luminoso e la tonalità pittoricamente brillante in una composizione sciolta e misurata insieme, ma certamente sapiente e sicura.


Le campagne Calabresi con le pianti di Ulivo secolari e unici al mondo per la loro altezza hanno reso personalità temperamento ed entusiasmo a questo Artista cui la passione di narrare e di dipingere ciò che ha sentito con spontaneità e calore, testimoniano la serietà di un impegno e la fiducia che la narrazione pittorica, quando attinge dalle forme, dalla luce, dai colori della natura, è fondamentalmente valido”.

@ Carmelo PULEIO

mercoledì 2 aprile 2025

San Francesco di Paola - disegno di F. Jerace

Il disegno di Francesco Jerace raffigurante San Francesco di Paola, pubblicato nella rivista "Nosside", presenta il santo come un uomo anziano con una folta barba e il capo coperto dal tradizionale cappuccio del saio. Lo sguardo del santo è rivolto verso l'alto, esprimendo un'intensa spiritualità e devozione. Questo disegno evidenzia l'abilità di Jerace nel catturare l'essenza dei suoi soggetti attraverso dettagli realistici e un profondo senso di umanità.

San Francesco di Paola, Patrono della Calabria; Molto amato da Luigi XI, che favorì grandemente la diffusione dei Minimi in Francia. Si ammalò la domenica delle Palme del 1507 ed il giovedì santo ricevette, in chiesa il Santo Viatico. Il giorno seguente, dopo aver date le ultime raccomandazioni ai suoi discepoli, spirò. Era il 2 aprile 1507 e contava 91 anni. Dice il Breviario romano che il suo corpo, rimasto per 11 giorni insepolto, emanava un profumo celeste.
Il “miracolo” più famoso è quello noto come l’attraversamento dello Stretto di Messina sul suo mantello steso, dopo che il barcaiolo Pietro Coloso si era rifiutato di traghettare gratuitamente lui ed alcuni seguaci, che ha contribuito a determinarne la “nomina” a patrono della gente di mare d’Italia. Tutta la Calabria oggi celebra il santo Paolano.

@ Carmelo PULEIO


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