L’adolescente di bronzo – l’anima giovane scolpita da Francesco Jerace
Nel silenzio lucente del bronzo, un volto emerge con la delicatezza di un ricordo: un adolescente, sospeso tra l’infanzia e l’età adulta, catturato per sempre dalle mani sapienti di Francesco Jerace. Lo sguardo, assorto e malinconico, sembra interrogare il mondo, come se nel metallo fosse imprigionato il momento fragile e irripetibile del passaggio verso la vita.
Jerace, figlio della luminosa scuola napoletana di fine Ottocento, è maestro nel coniugare la forza della materia con la grazia dell’emozione. In questo busto — piccolo solo nelle dimensioni — la sua arte raggiunge un’intensità intima e struggente. Il volto del giovane, levigato con precisione quasi pittorica, contrasta con la vivacità dei riccioli che catturano la luce, mentre la superficie del bronzo, calda e viva, trasmette una vibrazione umana, come se respirasse ancora.
L’“Adolescente” non è solo una figura, ma un sentimento: rappresenta la purezza, l’attesa, la dolce incertezza del futuro. Jerace non idealizza, non racconta un mito o un eroe; scolpisce invece l’anonimo, il quotidiano, e lo eleva alla dignità dell’eterno. È un canto silenzioso alla giovinezza, a quella stagione interiore che tutti, prima o poi, attraversiamo e rimpiangiamo.
Osservando il busto, si avverte l’eco di un tempo in cui l’arte cercava la verità nel volto umano. E in quella verità, Jerace ha trovato la sua poesia: la bellezza nascosta nell’attimo in cui l’anima fiorisce.
@ Carmelo PULEIO



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