venerdì 17 marzo 2017

Il Monumento di Gaetano Donizetti Opera di f. Jerace a Bergamo

Il monumento a Gaetano Donizetti, opera dello scultore Polistenese Francesco Jerace (Polistena, Reggio Calabria, 1853 - Napoli, 1937), fu eretto nel 1897 con la statua della Melopea e L'Esedra in occasione del centenario della nascita del musicista bergamasco vicino all'omonimo teatro.

Cartolina dell'epoca 

Il monumento in marmo statuario è grandioso, con un largo sedile semicircolare posto su un alto plinto, dove il musicista si ispira ascoltando la musica suonata dalla Musa. Attorno al monumento un laghetto dove, quando ero bambino, nuotavano dei bei cigni e ora più modestamente delle anatre. Attorno al laghetto un piccolo parco con alberi di alto fusto e panchine dove è possibile rilassarsi in pace quando si passeggia in centro.
Particolare del Musicista G. Donizatti - F. Jerace


Particolare della Musa Melopea - F. Jerace 

Donizetti e la Musa Melopea - F. Jerace

Nel monumento a Gaetano Donizetti a Bergamo (Piazza Cavour, 1897), Francesco Jerace ha realizzato un' opera celebrativa in cui ha rotto tutti gli schemi classici del monumento, che imponevano i soliti eroi celebrati in cima al piedistallo.
Il modo con cui gli ha dato fisionomia è sorprendente e anticipatore. Su di una base di granito, Jerace ha costruito un'esedra semicircolare dove, dal lato sinistro, sta seduto Donizetti, mentre in piedi, sulla destra, la musa Melopea suona sulla cetra melodie ispiratrici. Non c'è tensione o drammaticità in questa composizione. C'è invece un senso di malinconia soavità in Melopea, che tocca le corde, e un assorto ascoltatore da parte di Donizetti, che sta per trascriverne le note sui fogli tenuti sui ginocchi. La novità non è solo nell'impostazione generale dell'immagine, è in ogni dettaglio. 
La stessa collocazione di Melopea, non al centro e non del tutto a destra come la figura di Donizetti, crea nel ritmo compositivo una discontinuità che ne rompe la simmetria; e così la diversa distanza tra Donizetti e Melopea e tra Melopea e il limite destro dell'esedra.
La fama di Jerace, per queste sue eccezionali qualità, andò rapidamente crescendo. La sue sculture varcarono presto i confini napoletani e italiani per allargarsi all'Europa. Londra, Madrid, Monaco, Berlino, Varsavia, Atene, Odessa sono alcune delle città in cui le sue opere cominciarono presto a figurare in chiese, musei, e collezioni private. 
La chicca che voglio darvi su questa opera realizzata da  Francesco Jerace mi è stata riferita da un vecchio edicolante di Bergamo, che incuriosito prima dalle numerose foto scattate, gli sono andato a chiedere se avesse qualche cartolina dell'Epoca del Monumento, .....mi ha detto: - Questo patrimonio culturale del teatro Donizetti è opera del Calabrese Francesco Jerace - lo lasciai parlare e incuriosito gli ho chiesto di dare qualche notizia dell'Autore, e in confidenza mi ha detto: -Vede, questo Monumento non era destinato a Bergamo, lo aveva ordinato il Comune di Catania per onorare il musicista Vincenzo Bellini, ma siccome il Calabrese Jerace non si era messo d'accordo sul prezzo pattuito, successivamente ha modificato il volto quello di Vincenzo Bellini diventava Gaetano Donizetti.

La storia di Gaetano Donizetti è costellata da curiosità e misteri , uno è quello relativo alla calotta cranica scomparsa, la leggenda del teschio usato come portamonete, poi quello della canzone:"te voglio bene assajie", la storia curiosa della torta del Donizetti. E c'è un'altra chicca che voglio approfondire, la storia del monumento dedicato a Gaetano Donizetti a Bergamo, nelle immediate adiacenze del teatro Donizetti 

CURIOSITA' : La vita degli scultori non è sempre facile e la storia lo dimostra. Ci sono artisti che ottengono una committenza e che poi si ritrovano a dover fare i conti con problemi vari: l'opera non piace, il committente non ha più i soldi per pagare, il costo è lievitato e i committenti si rifiutano di pagare la differenza, muore il mecenate e gli eredi non vogliono sobbarcarsi il costo dell'opera commissionata, e via di seguito. L'opera dello scultore Polistenese Francesco JERACE, rientra in una di queste casistiche. Il monumento non nacque inizialmente per BERGAMO ma per CATANIA. La città Siciliana aveva commissionato all'artista Polistenese una scultura in onore del compositore Catanese VINCENZO BELLINI. Alcuni documenti dell'epoca riportano che JERACE e l'amministrazione Siciliana non erano d'accordo sul costo dell'opera dedicata a Bellini che era (come succede spesso) lievitato e l'artista per non rinunciare ai soldi dovuti prese una decisione drastica, quella di non consegnare più l'opera in marmo al Comune di Catania. Ma non solo ! siamo nel 1895 vicino al centesimo anniversario della nascita di Gaetano Donizetti (1797) e l'amministrazione di Bergamasca aveva indetto un bando per la realizzazione di un monumento dedicato al musicista orobico. JERCAE non ci pensò due volte e partecipò al bando utilizzando lo stesso bozzetto sostituendo il volto di Bellini con quello di Donizetti. Era un azzardo, ma in fondo Bellini e Donizetti erano entrambi musicisti: perchè non provarci ? E, se è vero che la fortuna aiuta gli audaci, JERACE vinse il bando!

IL CONCORSO BERGAMASCO "provvidenziale"
Quello che si vede oggi sul Sentierone, accanto al Teatro Donizetti, è dunque l'esito di un concorso a cui parteciparono 52 scultori Italiani, vinto, sul finire del 1895 dal Polistenese Francesco JERACE. Il Monumento dedicato a Gaetano Donizetti, fu inaugurato il 26 settembre 1897 e possiamo affermare che la data fu provvidenziale non solo per Jerace, ma anche per Bergamo. Senza quel concorso, forse l'opera non avrebbe mai visto la luce in quella forma e nemmeno dedicata al grande musicista orobico Gaetano Donizetti.

Il monumento in marmo statuario è grandioso. Si presenta con un largo sedile semicircolare posto su un alto plinto, dove il musicista si ispira ascoltando la musica suonata dalla Musa Melopea. Il basamento di granito è costituito da gradoni che gli angoli ospitano aree fregiate con festoni e bucrani. Attorno al monumento un laghetto dove nuotavano dei bei cigni e ora più modestamente delle anatre. Attorno al laghetto un piccolo parco con alberi di alto fusto e panchine dove è possibile rilassarsi in pace quando si passeggia al centro.


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