venerdì 8 settembre 2023

Il busto in marmo di Leonardo Angeloni - opera di Francesco Jerace

 LEONARDO ANGELONI: LO SCIENZATO ABRUZZESE DEL TABACCO CHE DIVENTÒ CAVESE PER AMORE!

Leonardo Angeloni: una vita al servizio del tabacco e il suo legame con la città di Cava de’ Tirreni anche per motivi sentimentali. Alleghiamo il testo completo, a firma del nostro editor Ferdinando Giordano, apparso sul periodico locale e le immagini d’interesse.


“Leonardo Angeloni nacque il 25 maggio 1837 a Roccaraso, cittadina abruzzese nota come stazione sciistica invernale. Compì gli studi secondari a L’Aquila e frequentò la Regia Scuola Superiore d'Agricoltura di Portici conseguendo la laurea in Dottore in Scienze agrarie. Nel 1885 fu uno dei primi laureati ad entrare nel “mondo” delle coltivazioni dei tabacchi e subito venne destinato, come Ispettore di 2ª classe e reggente, all’Agenzia delle Coltivazione dei Tabacchi di Cava de’ Tirreni. Oltre ad aumentare il numero di produzione del “Kentucky”, sperimentò e favorì l’introduzione dei tabacchi tropicali. Fu proprio a Cava che nel 1887 avvennero i primi tentativi di coltura con seme di tabacco “Sumatra”, riuscendo a dare buoni risultati anche sul gusto e sul profumo. L’anno seguente l’agenzia “metelliana” fu una delle prime ad avere sistemi appropriati per trasformare le foglie raccolte in un prodotto di qualità, tipo la “Fermentazione forzata a stendaggio”: un sistema che prevedeva la disposizione dei tabacchi distesi a “stendaggio” in appositi locali, trattati in maniera “forzata” mediante calore artificiale generato da una caldaia a bassa pressione e speciali docce per inumidire il prodotto. L’idea di Angeloni presentò numerosi vantaggi e rese il tabacco qualitativamente migliore. A Cava conobbe l’amore della sua vita e il 2 maggio 1891 sposò Maria Di Mauro (figlia di Antonio e Luisa Cimini) diventando padre per ben otto volte. Nel 1894 ideò il sistema del “meticciamento”, un incrocio tra varietà italiane con quelle intertropicali attraverso dei semplici rinsanguamenti sul terreno. Infatti il primo meticcio venne ottenuto con il “Sumatra” e il “Kentuchy”. Grazie agli studi e alle esperienze cavesi, nel 1895 venne scelto per reggere il Regio Istituto Sperimentale e di Tirocinio per la Coltivazione del Tabacco (l’istituto, da alcuni anni soppresso, cambiò varie denominazioni fino al “CRA-CAT Unita di Ricerca per le Colture Alternative al Tabacco”), nuova realtà che sorse nel vecchio Regio Polverificio Militare di Scafati. Altra nomina la ottenne il 1905 diventando responsabile dell’Ufficio Tecnico Centrale delle Coltivazioni in Roma. L’investitura consentì di mantenere saldo il collegamento con Cava favorendo l’introduzione del combinato “Salento Kent-Italia Kent”, un ibrido che permise di aumentare produzione e profitto, a differenza della coltura del “Kentuchy” e dell’Erbasanta andata in declino. Tornato a Scafati dieci anni dopo, creò la Sezione industriale per lo studio delle fermentazioni di tutti i tabacchi italiani e nel 1920 diede un forte impulso alla nascita delle industrie del tabacco nella piana di Battipaglia e Pontecagnano. Autore anche di testi e saggi tematici, morì a Cava de’ Tirreni il 7 maggio 1921, circondato dall’amore dei cari e dalla considerazione sincera dei cavesi. Un mese dopo, per Regio Decreto n. 974 del 30 giugno ’21, firmato dal Re Vittorio Emanuele III, l’istituto scafatese venne intitolato al nome di “Leonardo Angeloni”. Lo stesso ente il 15 maggio 1924, alla presenza della moglie, dei figli, di autorità varie, funzionari e operai, scoprì un busto marmoreo realizzato dallo scultore Francesco Jerace. Il 12 agosto ’24 Roccaraso volle onorare l’autorevole figlio con una via a lui intitolata e lo scoprimento di una lapide commemorativa apposta ad un muro della casa natia (a differenza della strada, ancora esistente, la lapide fu distrutta dai tedeschi in ritirata nell’autunno 1943 insieme all’edificio e alla cittadina; opera scellerata che cancellò per sempre il vecchio aspetto cittadino. Si ringrazia lo storico locale Ugo Del Castello). Per quanto riguarda la toponomastica cavese, ancora oggi una strada porta il suo nome e si trova nella così detta “zona industriale”.”

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