lunedì 13 novembre 2017

Scomparso il busto in gesso del Cristo Redentore di Ortobene Opera di V.L. Jerace (1947)

È morta nel 2010  Luisa  Jerace. Aveva 95 anni, ed era figlia dello scultore Vincenzo Jerace, autore del monumento al Cristo Redentore sul Monte Ortobene, a cui le Poste Italiane hanno dedicato un francobollo commemorativo nel 2000. Anche la moglie dell'artista, morta improvvisamente nell'aprile del 1901, si chiamava Luisa. Scomparve sfortunatamente 5 mesi prima che venisse inaugurata la statua in cima al Monte. La figlia viveva da molti anni in Liguria, a La Spezia, ma solo pochi sapevano della sua esistenza.
Lo scorso autunno aveva indirizzato alla  redazione del quotidiano La Nuova Sardegna una lettera per chiedere notizie del grande busto in gesso del Redentore, alto due metri, donato alla città di Nuoro nel 1947. L'opera, ha raccontato, fu consegnata nel corso di un incontro nello studio romano del padre. Ciò con l'intento di perpetuare la memoria della preziosa arte del genitore.
rara immagine del Cristo consegnata alla redazione La Nuuova Sardegna

Luisa Jerace voleva sapere dove fosse finita «tale bella opera, che mio padre scolpi con amore e che per me e per l'amatissima Sardegna aveva un particolare valore affettivo ed artistico».
Molti nuoresi che hanno un vivissino ricordo del grande busto, che fino a metà degli anni'60 era collocato nell'andito di palazzo Mereu (Corso Garibaldi), dove ora c'è il Banco di Sardegna. Precisamente nel corridoio tra lo studio del sindaco e la sala consiliare. 
Il busto scomparve durante il trasferimento da 'Bia Majore" al nuovo palazzo civico di via Dante. Ex dipendenti e amministratori comunali ricordano benissimo l'opera dello Jerace, ma nessuno è in grado di dare indicazioni sul come e sul dove è finita la prestigiosa scultura. Qualcuno afferma che è andata in mille pezzi per essere caduta per terra nel corso del trasloco. Atri, maliziosamente, insinuano che la scultura possa essere approdata in qualche casa trizia sarda o romana.
Sta di fatto che il desiderio di Luisa Jerace è rimasto inesaudito, mentre permane il mistero della scomparsa dell'opera. Cosi come niente era dato sapere dell'esistenza della figlia dello scultore o di altri componenti del nucleo famigliare. Il biografo di Vincenzo Jerace, Elettrio Corda, autore di un volume che racconta la vita e le opere dello scultore calabrese, non fa mai cenno ai figli.
Nel giugno del 1978 il ricercatore e nuorese recuperò l'indirizzo degli eredi di Vincezo Jerace, ai quali chiese notizie e documenti per la stampa del volume. In quella occasione a Elettrio Corda rispose, da Torino, il figlio dell'artista Luigi Jerace, che si disse onorato di aiutarlo.
Da sottolineare che a Nuoro, tranne quella dell'autore qualche anno dopo l'inaugurazione del monumento al Redentore (29 agosto 1901) che visitò l'Ortobene, non c'è stato un amministratore che abbia invitato uno Jerace a raggiungere il capoluogo barbaricino. Di conseguenza nessuno dei congiunti dello scultore, nei 109 anni trascorsi, ha mai presenziato alla celebrazione della Sagra del Redentore.

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