La perfezione stilistica dell’ideale classico-michelangiolesco, nella misurata ripartizione degli spazi, si ripropone nella Carlotta d’Asburgo a Miramare. Figlia di Leopoldo del Belgio, diviene, dopo la fucilazione di suo marito l’imperatore del Messico, Massimiliano d’Asburgo, l’eroina di un ultimo capitolo della tradizione romantica ottocentesca. Impazzita a causa della tragica fine di Massimiliano e segregata in un castello fino al 1920, è ritratta affacciata al balcone del castello di Miramare a Trieste con volto trasognante che evoca una inutile attesa. La particolare posizione della Carlotta a mezza figura, con il busto in torsione adagiato al parapetto, rende meglio l’idea che il capo della donna è voltato verso un’ipotetica finestra. Il viso non è idealizzato nel modello antico, ma vero, dando risalto ad alcuni tratti somatici, come il naso aquilino, elementi che vanno a coniugarsi con una soluzione compositiva classica, elegante, aulica e monumentale. I gesti che rendono il senso di una attesa inoperosa rivelano la conoscenza di Jerace della iconografia tradizionale della malinconia. Jerace trasse ispirazione dalle Odi barbariche scritte da Carducci nel 1877.
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Carlotta d'Asburgo Opera di Francesco Jerace 1914 |
L’imperatrice del Messico Carlotta d’Asburgo
TIPOLOGIA:
Busto
DATA DI ESECUZIONE:
1914
MATERIA/TECNICA:
Marmo
DIMENSIONI:
1
FIRME ED ISCRIZIONI:
Firmato F. Jerace all’interno del parapetto
NOTE:
Poveniente dalla casa-studio del maestro in via Crispi a Napoli; trasferita, dopo la distruzione di quest’ultima in un deposito della stessa città e infine donata dagli eredi diretti al Comune di Napoli nel 1990.
SEDE:Napoli, Museo Civico di Castel Nuovo
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